Finalmente, affittare casa a Milano sarà più semplice e conveniente. È stato siglato lo scorso 7 luglio dalle Associazioni di Categoria di Proprietari e Inquilini, alla presenza dell’Assessore alla Casa del Comune di Milano Pierfrancesco Maran, il nuovo Accordo Territoriale per le locazioni a canone concordato per la città metropolitana di Milano.
L’Ufficio Studi SoloAffitti ha verificato il nuovo Accordo e realizzato un’analisi sulla convenienza del nuovo canone concordato nelle principali zone della città di Milano. “Siamo certi che il nuovo Accordo favorirà finalmente la diffusione di questo strumento anche nella città di Milano, contribuendo ad affrontare l’attuale situazione di emergenza abitativa e a calmierare i canoni di locazione senza penalizzare la redditività degli immobili per i loro proprietari. – dichiara Silvia Spronelli, CEO del Gruppo SoloAffitti – “Come Gruppo lavoriamo da sempre per diffondere la conoscenza e l’utilizzo dei contratti a canone concordato, tanto che oltre l’80% dei contratti di locazione siglati in Italia dalla nostra rete appartiene proprio a questa categoria per cui abbiamo accolto la revisione dell’Accordo Territoriale nella città metropolitana di Milano con grande entusiasmo”.
Ecco in sintesi le novità più importanti: nella revisione dell’Accordo Territoriale, Comune e Associazioni hanno lavorato sull’aumento dei valori al metro quadro, applicando un principio di semplificazione. Si è passati dalle 12 zone del precedente accordo, alle 5 zone omogenee dal nuovo per ciascuna delle quali sono state individuate 3 fasce, con un limite massimo e minimo per il canone di affitto (la fascia viene individuata grazie a un punteggio calcolato anche in base alle caratteristiche dell’alloggio).
Facciamo un esempio: per affittare un bilocale di 65 metri quadri in zona due, l’affitto a canone libero medio è di 1.100 euro al mese. Con il nuovo canone concordato l’affitto mensile è di 975 euro, per cui oggi, con le nuove regole, nonostante un canone più basso di 125 euro al mese, il proprietario avrà un maggior guadagno grazie alle importanti agevolazioni fiscali.
Nello specifico, l’applicazione dei nuovi parametri determina un canone di locazione tendenzialmente più basso rispetto a quello di libero mercato, mentre il proprietario ha accesso ad una serie vantaggi fiscali (fra cui la cedolare secca del 10% anziché del 21% e uno sconto IMU del 25%), che gli permettono di compensare in tutto o in parte il minor canone percepito.
In definitiva, l’inquilino paga un canone più basso rispetto a quello di libero mercato e il proprietario, a conti fatti, guadagna, al netto delle tasse, un canone pari o poco distante rispetto a quello che avrebbe percepito con un contratto libero.
Possiamo dire che una delle più importanti novità del nuovo Accordo Territoriale è senz’altro, la revisione dei valori al metro quadro del canone concordato che hanno ridotto il gap con il canone libero, un divario che in precedenza scoraggiava i proprietari all’utilizzo di questa formula. L’aumento medio fra il vecchio e nuovo canone concordato si aggira intorno al 60% ed è più significativo nella zona del centro (identificata nell’Accordo Territoriale come “zona 1”), dove i valori sono più che raddoppiati rispetto alla versione precedente.
Altra grande novità è l’introduzione di tariffe ‘speciali’ come l’affitto delle stanze per gli studenti universitari (requisiti necessari: la dimensione della stanza almeno 12mq e l’accesso libero alle parti comuni, che possono essere il soggiorno o la cucina). Questa introduzione consente di calmierare un mercato che negli ultimi tempi, come lamentato da tanti studenti anche attraverso la protesta “delle tende”, aveva raggiunto livelli di canone difficilmente sostenibili.