«Sono entrata su questo palco in punta di piedi, so che in passato ho fatto anche cose discutibili, ma poi grazie al pubblico e alle vostre lacrime e alla vostra presenza qui, sento di aver vinto: il teatro è un luogo vero di empatia, quella reale, ed è qui che sarebbe preferibile stare il più possibile».
È stato un inno al teatro, ma anche alla sua recitazione e al suo personaggio quello che ha detto Ambra Angiolini mentre, piangendo, raccoglieva la standig ovation e le lacrime del pubblico del Teatro Franco Parenti gremito ieri 3 luglio. Il monologo Oliva Denaro, tratto dal romanzo di Viola Ardone ma soprattutto dalla storia di Franca Viola, una donna che nel 1967 si ribellò alla legge per cui lo stupratore poteva scampare la pena se la poveretta lo sposava, è tornato dopo le repliche e il successo della primavera. E ancora una volta ha fatto registrare il tutto esaurito.
“La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Si diceva così in Calabria fino al 1981, anno in cui venne superata – proprio grazie a Viola che poi divenne deputata – la legge secondo la quale l’autore di uno stupro poteva estinguere la condanna sposando la vittima della sua violenza.
Nella piece teatrale a regiadi Giorgio Gallione, autore con la stessa Ambra della drammaturgia la giovane Oliva rifiuta il matrimonio riparatore dopo essere stata vittima di violenza. «No», questa la parola che lei e poi le altre dicono per cambiare la legge.
Lo spazio scenico, ideato da Guido Fiorato, è semplice ma molto rilassante: piante, agrumi, un orticello riportano alla semplice e povera famiglia contadina di Oliva . Una famiglia che però si dimostra più “moderna” di quelle più blasonate del paese perché sostiene Oliva nella sua battaglia. La colonna sonora di Paolo Silvestri si basa sulle canzoni di Mina e delle Kessler e coinvolge molto. Ambra Angiolini è perfetta nel ruolo di Oliva da bambina, ancora innocente e di Oliva violentata e distrutta, poi combattiva e adulta. Ma lei stessa, con il cambio di voce è anche tutti gli altri personaggi e per questo la sua bravura è davvero immensa. Coinvince sempre, quando fa sorridere e quando, purtroppo, deve raccontare la violenza, un momento tragico, ma che nello stesso tempo non è presentato in modo crudo. Sono le emozioni e le sensazioni della donna che non vuole, ma non può urlarlo, a parlare. Insomma uno spettacolo da non perdere soprattutto perché – come ha detto la stessa attrice alla fine dello spettacolo – è incredibile come ancora oggi molti uomini, anche giovani quei “No” proprio non li vogliano sentire.
Pensiamo a Giulia Tramontano, a Sofia Castelli, a Giulia Cecchettin e alle tantissime, troppe vittime di violenza ancora oggi in Italia.