LONDRA (ITALPRESS) – Si intitola “Timeless’ il Calendario Pirelli 2024, presentato oggi a Londra, in cui Prince Gyasi ha immortalato le figure per lui capaci di imprimere un segno destinato a restare e di ispirare le generazioni future. “Non siamo nati ‘senza tempò, ma lo diventiamo”, dichiara il visual artist ghanese spiegando che i suoi personaggi, ritratti con i colori e i contrasti decisi che lo hanno reso famoso, sono per lui “come dei supereroi nei quali possiamo identificarci”.
Prince Gyasi è l’ultimo dei 39 artisti che hanno realizzato il Calendario e la sua opera rappresenta la cinquantesima edizione dei sessanta anni di storia di “The Cal”, dal 1964 al 2024, tenuto conto degli anni in cui non è stato pubblicato.
Incaricato di realizzare il Calendario Pirelli 2024, Prince Gyasi ha iniziato a pensare ai personaggi che voleva inserire e a che cosa rappresentavano per lui, basandosi sul senso della comunità dell’Africa occidentale. Per lui, uno dei più giovani artisti chiamati a cimentarsi con “The Cal”, ha significato tornare alla sua infanzia e pensare alle persone che lo hanno ispirato nei suoi 28 anni.
E’ diventato il racconto di quello che, agli occhi dell’artista, permette alle persone di essere “senza tempo”. Per Gyasi si tratta per lo più della loro perseveranza e coerenza. “Quando guardi a un personaggio come Naomi, non è della mia generazione, ma è ancora un’icona per la mia generazione. Può succedere soltanto se sei davvero dedito al tuo lavoro e convinto dei tuoi valori”, commenta Gyasi riferendosi alla supermodel Naomi Campbell, da lui ritratta in “Timeless” con il titolo di “Time Stopper”.
All’interno del Calendario, l’artista ghanese ha sintetizzato queste idee in un suo manifesto dedicato a “coloro che potrebbero essere senza tempo” e destinato a incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a imparare, creare e a loro volta ispirare. “Spero di far capire loro che possono fare quello che vogliono se si impegnano e se sono costanti”, spiega.
“Tutti i personaggi ritratti hanno saputo riconoscere le proprie capacità e si sono affermati. Hanno trovato il loro punto di forza, cambiando il proprio destino. E’ questo l’essere senza tempo. Le persone che lo sfidano, non seguono ciò che pensa la società, non si lasciano influenzare da età, fama, denaro e sviluppano i propri talenti in modo autentico. Fanno cose che per molti appaiono straordinarie, ma per loro sono normalissime e sono state in grado di cambiare il proprio destino. Non tutti devono essere sotto i riflettori ma possono cambiare la narrativa nel proprio campo o fare qualcosa di diverso, in grado di ispirare a propria volta altre personè.
Uno dei protagonisti del Calendario è Sua Maestà Otumfuo Osei Tutu II, Re dello storico Impero Ashanti dell’Africa occidentale, ritratto al Manhyia Palace insieme alla sua delegazione reale, con il titolo “Royalty”. L’attrice statunitense Angela Bassett rappresenta “Altruistic”; la scrittrice Margot Lee Shetterly e la poetessa Amanda Gorman sono “The Blueprint”; e l’artista contemporaneo ghanese Amoako Boafo è “The Chosen One”.
Gyasi stesso si è dedicato un mese dal titolo “Details”. L’immagine scelta per la copertina e per uno dei mesi rappresenta invece lo “Studious”, un giovane Gyasi interpretato dal piccolo modello Abul Faid Yussif. Sullo sfondo di un vivido turchese, Yussif è ritratto mentre gioca con versioni in miniatura di alcuni degli oggetti che ritroviamo nelle pagine del Calendario: una chiave tenuta in mano da Angela Bassett; pezzi di un orologio provenienti dalla scenografia di Naomi Campbell; scale rosa su cui sale Amanda Gorman; una valigia azzurra trasportata dall’attore, regista, DJ e produttore Idris Elba, “Man of Honour”.
L’attrice e superstar internazionale Tiwa Savage è “Resilience”; lo scrittore, il regista e produttore Jeymes Samuel è “Visionary”; l’imprenditore ed ex calciatore Marcel Desailly è “Focus” e la cantante, artista e attrice Teyana Taylor è “Future Forward”.
Lo shooting Gyasi pianifica meticolosamente ogni suo scatto, componendo immagini più simili a dipinti che a fotografie. Sceglie con cura ciascun personaggio, sviluppa l’idea per il suo set e la disegna prima che vengano realizzati i rendering e costruita la scenografia. Per gli scatti del Calendario il processo ha comportato la creazione di svariati elementi, da un orologio che si scioglie a un gigantesco cuore rosso. “So come inserirò il protagonista nei miei set. Tutto viene fatto prima. Devi sempre avere anche un piano B, ma non mi piace improvvisare, perchè trovo che generi confusione”.
Gyasi ha scelto di scattare a Londra e in Ghana per far conoscere la cultura e le risorse naturali del proprio Paese. “Il Ghana – spiega – è una terra speciale. E’ la porta dell’Africa dove puoi trovare di tutto: cacao, oro, bauxite, petrolio… Ho voluto portarci Pirelli per far conoscere un nuovo mondo attraverso un Calendario che rimarrà per sempre, creando magari nuove possibilità di sviluppo. Dopo il Botswana, dove è stato realizzato il Calendario Pirelli 2008, è bello andare in un altro paese africano, scoprirne la cultura e incontrare la gente del luogo. E’ il paese più pacifico dell’Africa. Penso che sia un luogo speciale e sentirete l’energia quando ci andrete. E’ stato molto stimolante fare uno shooting sul posto e far capire meglio come il paese funzioni”.
Nel suo percorso di visual artist, Gyasi attinge a una serie di ricordi ed esperienze dell’infanzia in Ghana; dalle giornate trascorse con il nonno musicista, al lavoro come assistente di un fotografo ritrattista nei mercati di Accra. Frequentava gli studi di registrazione e le stazioni televisive e radiofoniche con i genitori, musicisti gospel.
Non ha studiato fotografia, ma l’arte sotto forma di pittura, produzione di immagini, scultura e incisione. E passava il tempo usando il primo programma di disegno del suo computer e cercando modi innovativi per creare attraverso programmi di grafica. Il suo obiettivo era costruire uno stile che le persone potessero subito identificare. “Ho creato un ponte tra pittura e fotografia”, afferma. “Soddisfo le persone che amano la fotografia, ma anche quelle che amano la pittura; quindi sto creando un nuovo ponte che non definirei solo fotografie ma opere d’arte”.
Dopo i primi esperimenti con le macchine fotografiche, Gyasi ha scoperto che lo smartphone costituiva il modo migliore per realizzare le sue immagini. Scattava fotografie di giovani nel quartiere degradato di Jamestown dove era nata sua madre e dove oggi l’artista ha fondato una organizzazione no profit, Boxed Kids, a favore dell’istruzione dei bambini. Le sue immagini raccontano storie visive che colgono l’atmosfera e la vivacità della sua comunità proponendo una narrazione della tradizione dell’Africa Occidentale.
L’elemento fondamentale del lavoro di Gyasi è il colore. Nelle sue immagini l’artista utilizza colori vivaci a blocchi e contrasti estremi, spesso affiancando vividi rossi, blu o rosa alle persone ritratte. La sua estetica marcata offre agli osservatori una realtà non solo ipercolorata, ma a volte digitalmente aumentata che rispecchia la sua esperienza del mondo filtrata attraverso il fenomeno neurologico della sinestesia. Questo crea un’insolita interazione tra i sensi, per cui si può “gustare” una forma o “ascoltare” un colore. Nel caso di Gyasi, tale fenomeno lo porta ad associare le parole con i colori; vede il mercoledì acquamarina. L’artista considera il suo lavoro “terapia attraverso i colori” e crede che il colore possa avere un effetto positivo sulla salute e sulla felicità delle persone.
Ama l’arte, ma dice di avere una passione ancor più profonda per la musica e per lo sport, a cominciare dal calcio, e ha un passato come Dj e calciatore.
‘La parola chiave è timeless – spiega all’Italpress il vicepresidente esecutivo di Pirelli Marco Tronchetti Provera – questi scatti sono pieni di energia e guardano al futuro con l’occhio di un fotografo pieno di talento, con la forza dell’immagine e dei colorì.
-foto ufficio stampa Pirelli –
(ITALPRESS).