Il 1 marzo il circo mediatico è pronto. Un’aula enorme per la stampa è stata allestita presso la Corte d’Appello di Brescia dove oltre 60 giornalisti seguiranno la prima udienza dell’eventuale processo di revisione per la famosa Strage Di Erba avvenuta l’11 dicembre 2006 nella corte di via Diaz e in cui morirono 4 persone e una rimase gravemente ferita. Condannati all’ergastolo 17 anni fa Rosa Bazzi, casalinga e Olindo Romano, bnetturbino i vicini delle vittime. E proprio due sculture a grandezza naturale dal titolo The Lovers, raffiguranti la coppia di assassini, sono comparse nella notte tra il 27 e il 28 febbraio a Erba, al centro della Piazza del Mercato, a pochi passi dal luogo della tragedia. I due soggetti posti davanti a una videocamera rivestita in oro e sono ritratti nella celebre posa della performance con arco e freccia di Marina Abramovic e Ulay: “rest energy”.
L’opera del noto artista lecchese Nicolò Tomaini sarebbe l’attacco alla “società dello spettacolo”. Il lavoro è infatti accompagnato da un testo cartaceo firmato dal noto critico torinese Filippo Mollea Ceirano con il quale è stata tappezzata la città. Scrive il critico: “La strage di Erba tra realtà e rappresentazione. Ritornano sotto l’attenzione dei mass-media le vicende, giudiziarie e non, legate alla strage di Erba. Presupponiamo noti i fatti, e chiariamo subito che non ci interessa affatto la diatriba su innocenza o colpevolezza, correttezza processuale, consistenza delle prove. Quello che invece interessa è come nella società contemporanea si possa costruire una verità ufficiale, che poi all’occorrenza si può anche decostruire con gli stessi identici strumenti, per rifarla ancora e disfarla, tutte le volte che si vuole”. Chissà cosa ne penseranno i fratelli Castagna, parenti di Raffaella, del piccolo Youssef e di Paola Galli, tutti trucidati nella Strage. Loro che vorrebbero solo dimenticare e che non saranno presenti in aula venerdì a Brescia.