Non si sente nessuna nostalgia dell’originale pellicola felliniana del 1986 nella versione teatrale di “Ginger e Fred” portata in scena magistralmente al Manzoni di Monza da Monica Guerritore. La grande e splendida attrice ne cura infatti l’adattamento teatrale e la regia ed è al centro della scena con la sua eleganza e il suo inconfondibile stile serio e ironico al tempo stesso anche come protagonista nei panni di Amelia Bonetti. All’ennesima potenza è presentata la figura di Pippo Botticella, in arte Fred, ormai ballerino e contestatore decaduto. Bravissimi tutti gli attori del cast di improbabili personaggi dello show natalizio piĂą kitsh che si possa immaginare e che – nell’originale felliniano – giĂ criticava la tv commerciale e che in questa versione oltre a mettere in evidenza lo strapotere della pubblicitĂ , esalta l’orrore della tv veritĂ con una morte in diretta, quella dell’Ammiraglio. Sul palco un ottimo Claudio Casadio con Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni e Lucilla Mininno, Valentina Morini.
Applausi per tutti al debutto monzese, venerdì 9 febbraio, ma questa sera da preferire di certo alla finale di Sanremo.
La Trama. È Natale. Pippo e Amelia in arte Ginger e Fred, due ex ballerini famosi un tempo, sono stati invitati ad esibirsi nello show natalizio di una televisione privata.L’invito a due vecchie glorie serve alla produzione solo per riempire lo spazio che chiamano “rigatteria d’antan”.Ma Amelia e Pippo non lo sanno e hanno accettato per ritrovare forse la magia di un tempo o forse un sentimento che si erano negati in gioventù.Nelle ore che precedono lo Show i due vengono sballottati e travolti da un caravanserraglio di personaggi improbabili, sosia, dilettanti allo sbaraglio, affamati che aspirano a un attimo di felicità. Amelia e Pippo in quel contenitore sgargiante e vociante appaiono come due essenze pure e spaesate…E poi tocca a loro. Sono finalmente in scena: parte la musica, iniziano con i loro primi meravigliosi passi ma salta la luce nello studio e lo spettacolo si interrompe ed è lì che seduti al buio, uno accanto all’altro, Fellini fa dire a Fred quello che lui stesso vuole dire a noi, al pubblico, al mondo: “Siamo due fantasmi che vengono dal buio e nel buio se ne vanno…”. Il loro mondo fatto di Incanto, come la luna di carta che Fred ha chiesto al macchinista di far apparire magicamente durante il ballo, non c’è più.