Un seminario internazionale a Monza delle Polizie locali di mezza Europa è stata la spinta alla risoluzione di un caso altrettanto internazionale. A sparire dai radar dal 9 luglio scorso era stata la Maserati Levante nera di Giacomo Bozzoli, imprenditore trentanovenne di Marcheno condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso e gettato nel forno della fonderia di famiglia lo zio Mario. Quell’auto era stata infatti utilizzata da Giacomo per darsi alla macchia nei giorni precedenti al pronunciamento della Cassazione, che lo ha condannato all’ergastolo. Ma grazie all’amicizia tra la Polizia spagnola e quella monzese, il comandante Flavio Zanardo della Polizia Provinciale è stato allertato del ritrovamento a Marbella di quella lussuosa vettura parcheggiata davanti ad un hotel. «È l’auto di un condannato latitante, è qui», hanno detto i colleghi. A quel punto la Polizia monzese ha avvertito i carabinieri di Brescia e le indagini sul mezzo sono in corso.
Giacomo Bozzoli avrebbe dovuto entrare in carcere il 1 luglio, quando è diventata definitiva la sentenza, ma nella sua villa a Soiano al Lago i carabinieri non lo avevano trovato. La lussuosa vettura era in effetti uscita dall’Italia con Giacomo e famiglia a bordo già il 23 giugno e aveva raggiunto la Francia prima e poi Valencia e la Costa del Sol, in particolare Marbella e. Il 30 giugno Giacomo, la compagna e il figlio sono stati immortalati dalle telecamere di un albergo della città rivierasca spagnola. Poi nulla. il 4 luglio la compagna era tornata a casa in treno dicendo di non sapere dove si trovasse Giacomo e infine l’11 luglio, tradito dal suocero e da un accesso al nuovo cellulare, l’imprenditorie fuggiasco è tornato nella villa ed è stato scovato dai carabinieri nel cassone del letto della sua casa. Ave a con sè 50 mila euro in contanti, ma nessuna traccia della vettura. Il dispositivo satellitare del mezzo era stato disattivato. Fortunatamente la Polizia locale di Marbella insospettita di quella lussuosa auto parcheggiata in città, nonché multata per divieto di dosta, ha chiamato i colleghi e amici di Monza e ha risolto il giallo. Adesso i poliziotti spagnoli sono impegnati nei rilievi dell’auto sequestrata. I carabinieri infatti sono al lavoro per cercare di capire se Giacomo Bozzoli ha avuto un complice nella fuga, un aiuto, oppure ha fatto tutto da solo.