Il nuovo romanzo poliziesco di Fabio Mundadori, autore bolognese molto conosciuto e impegnato nella cultura del giallo da decenni, è da gustare tutto d’un fiato. Così almeno è successo a me: quando l’ho iniziato dovevo assolutamente finirlo per vedere che cosa sarebbe accaduto ad Andrea, un professionista, un padre di famiglia, un uomo in fondo normale che viene travolto, la mattina di Natale, da vicende troppo più grandi di lui.
La Trama: È la mattina di un freddo Natale. Andrea si sveglia nel suo letto. Il lato dove dorme Anna, sua moglie, è vuoto. Anche la camera di sua figlia Martina è deserta; il piumino è sul pavimento. Oltre a lui ci sono solamente Nemo e i suoi insistenti miagolii. Nel salone della loro bella casa, addobbato a festa, ogni cosa è al proprio posto. Sotto il grande abete adorno, i pacchi messi lì la sera prima sembrano essere scomparsi nel nulla. Tutti. Tranne uno. Fissato al nastro c’è un biglietto, e sul biglietto c’è il suo nome. Andrea scarta il pacco. Da questo momento niente, per lui, sarà più come prima.
Le figure di Andrea e Simone si muovono con rapidità su una scena crime pazzesca nella quale si trovano coinvolte come vittime le persone che entrambi amano di più ovvero Anna, la moglie di Andrea, e Martina la figlia e fidanzata di Simone. I due uomini sono personaggi reali, pieni di difetti e nello stesso tempo “trasparenti” al di là di quello che può sembrare all’inizio e alla fine vi conquisteranno. Stessa cosa accade con il vicequestore Primavera che, meno velocemente, in un’atmosfera più rallentata come quella di chi sta per andare in pensione, farà il suo lavoro nel modo più egregio possibile insieme ai suoi fidi e simpatici collaboratori. Il finale, nemmeno a dirlo, è mozzafiato. Altro personaggio è Marsala, le saline di Stagnone e quella splendida parte della Sicilia meno conosciuta in inverno. Sono proprio le atmosfere e i colori di quella stagione che permeano la storia di noir ad ogni riga. Consigliatissimo.
