Nemmeno lo stesso serial killer avrebbe potuto descrivere meglio le sue azioni ed intenzioni e persino il modo di essere scovato e di terminare la scia di morte. Eppure Marco Marinoni, penna sopraffina del Giallo italiano, con l’Epatologo ci riesce alla grande. Un thriller vero, impegnativo con tanto di morti in abbondanza ed indagini realistiche e sincere, quelle in cui qualcosa può anche sfuggire, perché siamo uomini, che Marinoni ammette di aver deciso di ripubblicare con Mursia in una versione più matura dopo otto anni dalla prima uscita. L’Epatologo è un serial killer molto particolare, che estrae chirurgicamente il fegato dalle vittime designate, in qualche modo unite dal filo sottile del suo odio mai sopito, e permette al futuro cadavere di sopravvivere circa 18 ore. Un racconto corale nato da una notizia di cronaca in cui i protagonisti sono tanti, dal serial stesso prima di tutto, agli investigatori, al profiler Damiano Danti, ligure, che ritorna anche in questo romanzo dell’autore. Nel racconto della morte, nel viaggio verso una Roma infernale e tetra, fatta di luoghi abbandonati, con escursioni anche nei dintorni della Capitale, non mancano citazioni dotte di musica elettronica (di cui l’autore è docente all’Università ), antropologia, medicina e medicina legale, scienze esoteriche e persino storia dell’antica Roma. La suspense non manca, soprattutto nell’attesa della prossima vittima ogni volta e poi del movente che ha animato l’epatologo. La scrittura è sempre incalzante e a volte spigolosa, ma in questo Giallo molto maschile nel senso positivo e negativo del termine, non poteva e non doveva essere diversa. Marinoni è un amico e un collega di collana, in questo giallo si è superato. Un libro così dovrebbe essere nell’Olimpo dei giallisti!
L’Epatologo, Mursia Giungla Gialla, Pagine: 384. 2024
Sinossi. Roma, 2017. Nelle sale ormai abbandonate dell’ex ospedale Forlanini, la giovane Nadja si imbatte in un cadavere con evidenti segni di tortura: la mano destra mozzata e l’addome svuotato, senza fegato. Un macabro rituale che si ripete nei giorni successivi, quando vengono rinvenute altre vittime di quello che i media battezzano come “l’Epatologo”. Incaricato delle indagini, il commissario Di Vincenzo coinvolge il criminologo ligure Danti per districare la matassa con i mezzi del profiling e dell’antropologia forense. Presto gli investigatori capiranno che per interpretare il modus operandi del serial killer devono scavare in un passato sanguinoso, popolato da oscuri segreti che dalla capitale sembrano condurre verso i boschi dei colli Albani e le acque del lago di Nemi. Una caccia all’uomo in cui le loro strade s’incroceranno ancora una volta con quella di Nadja, ragazza dalla doppia vita, elusiva e impenetrabile come i suoi occhi di due colori differenti.