“Riteniamo che questo femminicidio sia passato in sordina, ma di fatto è un vero e proprio femminicidio: con delle aggravanti, con una premeditazione, con futili motivi dovuti dalla gelosia. Non ha avuto questo eco anche per una volontà dei genitori”. Lo ha dichiarato Sara Contoli, l’avvocato della famiglia di Sofia Castelli, la diciannovenne di Cologno Monzese uccisa nel sonno dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui il 29 luglio 2023. “La condanna a 24 anni lascia l’amaro in bocca, non basterebbe neanche l’ergastolo, che emotivamente fa la differenza”, ha aggiunto. “Lui non ha mai provato a contattare la famiglia, non c’è stato alcun motus di perdono da parte di nessuno, anche se lui li conosceva bene: nel periodo covid aveva vissuto a casa loro. La mamma mi ha detto di averlo trattato come un figlio, non accetta che sia stato lui”.
Le dichiarazioni sono state fatte dopo la sentenza d’Appello per il delitto della splendida giovane che studiava all’UniversitĂ Bicocca (dove le hanno dedicato un’aula) e che voleva vivere una vita tranquilla e serena.La notte del 29 agosto Sofia era uscita con un’amica, Aurora, pe rtrascorrere una serata in discoteca. Erano tornate quasi all’alba e si erano messe a letto in casa di Sofia che momentaneamente era libera perchĂ© i genitori erano andati in Sardegna a trovare i nonni. La stessa Sofia sarebbe partita proprio il 30 per raggiungerli. Le giovani che dormivano in camere diverse, però, non sapevano che nascosto nell’armadio di Sofia c’era Zaqaria Atqoui, giovane di orgine marocchina che era stato findanzato con Sofia per parecchio temo, ma con il quale la relazione era finita. Zaqaria aveva “seguito” ogni movimento di Sofia quella notte attraverso i social ed era entrato in casa per aspettarla dopo aver rubato le chiavi di casa il giorno prima. Lui la assillava da tempo perchĂ© non accettava la relazione ma lei, che aveva cercato di rimanergli amica, non immaginava il peggio. Zaquaria ha colpito Sofia piĂą volte con un coltello da cucina mentre dormiva e la povera Aurora non ha sentito niente. Poi è uscito in strada dopo aver cambiato gli abiti ed è stato intercettato da una pattuglia della Polizia locale in stato confusionale. A quel punto ha confessato il delitto. Un omicidio efferato e premeditato anche per la Corte di primo grado che lo ha condannato a 24 anni perchĂ© gli ha concesso le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. Una decisione che alla famiglia non è mai andata giĂą e anche ad Aurora che ha criticato fortemente le sentenze. Intanto la memoria di Sofia va avanti grazie alla famiglia e all’associazione Aps Scarpetta Rossa che si propone di sensibilizzare sul tema i giovani nelle scuole.