Quanto è dolce il sorriso della morte altrui. Questo potrebbe essere il secondo titolo di questo bel thriller psicologico di Ottonelli. La scrittura è sorprendentemente ficcante con la scelta della prima persona, ma quello che conquista è proprio il viaggio nella mente dell’assassino.
Non si parte dal classico schema dl giallo con un delitto, o più delitti, il cui colpevole deve essere trovato da investigatori o indagini, ma dal delitto pensato e consumato in prima persona. L’indagine e l’investigatore arrivano dopo, ma questa è una storia che non voglio anticipare. Il romanzo si legge davvero tutto d’un fiato e non annoia nemmeno un attimo. La suspence e il finale a sorpresa sono rispettati in tutto, ma ho trovato particolarmente “plastiche” grazie alla scrittura in prima persona, le descrizioni delle azioni delittuose in particolare e quelle delle sensazioni. In alcuni momenti ci si sente entrare nella mente dell’assassino, salvo poi uscirne ed entrare in quella dei suoi comprimari.
Lo studio della psicologia dell’uomo violento, le sue radici, i suoi orrori e le sue dolcezze: c’è tutto in questo thriller che definirei psicologico e che poi è anche molto giallo. Dettagliate e interessanti le descrizioni dei luoghi, seppur insignificanti e anonimi, di una periferia milanese perfettamente adatta e adattata al protagonista e ai comprimari.
Insomma da non perdere e vi assicuro riuscirete a leggerlo tutto d’un fiato