Un serial killer in cerca di riscatto e di amore? Oppure un killer spietato che si crogiola nel piacere di uccidere come se quello fosse l’unico motivo di esaltare una vita da perdente? Marco Bordoni è il personaggio creato da Roberto Ottonelli giĂ protagonista di “Il dolce sorriso della morte” (Giungla Gialla Mursia) tornato in libreria alla grande ne “Il buio della ribalta” (Giungla Gialla Mursia). Vi anticipo subito che, come il primo, anche questo secondo thriller psicologico vi catturerĂ dall’inizio alla fine come una “droga”. Se nella prima avventura di Bordoni uccidere era o sembrava davvero la ricerca di un riscatto sociale, personologico e psicologico, in questa seconda diventa un’urgenza fondamentale per “mettere a posto” tutte le caselle della sua vita. L’unico modo di affermarsi, di amare addirittura, di legarsi in relazioni assurde e senza empatia, di vivere e non solo. Da non perdere.
SINOSSI: Tra le strade di Cesano Boscone, i vicoli di Baggio e la sempre frenetica Milano, Marco Bordoni è il serial killer che nessuno si sarebbe aspettato. Non è più l’uomo impacciato, sempre fuori posto e succube di una madre oppressiva, ma è ormai capace di prendere in mano la propria vita. Da quando la sua storia è finita nei talk show televisivi, inizia a intrattenere rapporti fugaci con ragazze che non riescono a resistere al fascino del personaggio famoso, finché non incontra Bea la tassista: si riconoscono nelle rispettive fragilità e lui comincia a chiedersi se, per un mostro come lui, sia possibile amare davvero. Marco si porta dietro i fantasmi del passato, ma decide di intavolare un gioco pericoloso senza esclusione di colpi con l’ispettore Lupatelli. E continua a uccidere nell’illusorio tentativo di rimettere le cose a posto, seguendo le sue regole.